Da studente non ho ancora vissuto personalmente le conseguenze del frontalierato e della migrazione sul mercato del lavoro, ma mi preoccupo per il mio futuro e per i miei coetanei che hanno scelto un’altra strada formativa e professionale.
Per fortuna il mercato del lavoro si regola mediante domanda e offerta dei lavoratori, ma i residenti in Svizzera sono spesso svantaggiati. Immigrati e frontalieri aumentano l’offerta accontentandosi spesso di salari minori. Conseguentemente il valore delle singole forze lavorative decresce. Inoltre, per i residenti in Svizzera emigrare all’estero o fare il frontaliere solitamente non sono opzioni praticabili.
A pagare le conseguenze, sono i soggetti meno ricercati sul mercato del lavoro perlopiù giovani e lavoratori ultracinquantenni: la gioventù a causa della poca esperienza lavorativa e i secondi principalmente a causa delle retribuzioni maggiori che giustamente richiedono per l’esperienza superiore, per finanziare figli disoccupati o studenti e le pensioni prossime.
Purtroppo, la disoccupazione giovanile è la forma di disoccupazione più preoccupante, perché priva le persone appena formate della possibilità di cementare e mettere in pratica l’appreso. Ciò è problematico perché si rischia di rendere vana l’istruzione della gioventù, che rappresenta un grande investimento da parte della nostra società.
Mi auguro che l’immigrazione e il frontalierato vengano regolamentati maggiormente per favorire i residenti Svizzeri sul mercato del lavoro.
Nicolò Ghielmini,
Giovani UDC
Studente in economia aziendale