Stimate e stimati membri dell’ASNI,
Care e cari patrioti svizzeri,
siamo nell’epoca del buonismo più viscerale, dove il mainstream - cioè il pensiero acritico delle masse, efficacemente sostenuto dai media – spadroneggia. Oggi per essere alla moda, per potersi qualificare come moderni, aperti e per sentirsi più intellettuali della media, bisogna necessariamente battersi per un’immigrazione senza controllo, esigere l’abbattimento dei confini, rivendicare l’accoglimento di un numero maggiore di migranti, gridare allo scandalo perché la Svizzera non si impegna abbastanza per la lotta al surriscaldamento globale, quando per la cronaca è tra le nazioni al mondo più rispettose dell’ambiente. Bisogna poi brigare per annichilire gli usi locali e la famiglia tradizionale, combattere ogni forma di patriottismo e di sovranità, privilegiare l’islamizzazione dell’occidente, misconoscendo i nostri valori cristiani. Dichiararsi diversi anche quando non lo si è e infine combattere contro la meritocrazia e l’impegno del singolo, per favorire invece l’appiattimento generale, sia della qualità di vita che dei valori che caratterizzano la nostra società. Chi la pensa diversamente viene classificato come ottuso, conservatore, razzista, omofobo, troglodita e retrogrado. D’altronde basti guardare cosa successo alle Elezioni negli Stati Uniti d’America, dove per tutto il mandato Trump gli sono stati attributi i peggiori epiteti – non è certamente uno stinco di santo, ma lasciando perdere gli evidenti difetti di forma, nella sostanza Trump ha certamente fatto gli interessi del suo paese – e dove il suo successore, che si è venduto come pacifista e certezza nelle relazioni internazionali, in pochi mesi ha già dato il via ai primi attacchi aerei in Siria e ha praticamente riacceso la guerra fredda, apostrofando Putin come “assassino”. Avete forse sentito qualche media criticare il nuovo Presidente americano con la stessa veemenza che utilizzavano con Trump? La maggior parte di loro sono inchinati al potere della finanza, dei grandi players economici e dei buonisti mondiali, l’oggettività dell’informazione è oramai merce rara.
Anche in Svizzera viviamo la stessa situazione. I temi che girano tra i banchi parlamentari sono quelli della nuova legge sul Co2, che ha come obiettivo di tassare i comportamenti che non sono ritenuti virtuosi – fortunatamente su questo tema l’ultima parola l’avrà il popolo – il patto ONU delle migrazioni che, seppure si venda come un accordo internazionale non vincolante, diventerà invece una nuova autostrada regolarizzata per milioni di migranti economici, all’accordo quadro, vero e proprio grimaldello per permettere all’Unione Europea di colonizzare il nostro paese con le sue leggi e direttive che saremo obbligati a recepire automaticamente. Il disegno è fin troppo chiaro, la Svizzera che è ancora un paese benestante, con finanze sane e con un debito pubblico moderato, viene ancora considerata “una macchia vergognosa” o “un’aberrazione geostrategica”, come aveva avuto modo di definire l’ex Presidente della Commissione europea Jean Claude Junker. Diamo fastidio per la nostra stabilità, per la nostra capacità di produrre lavoro e ricchezza, ma soprattutto per il nostro sistema politico basato sulla democrazia diretta, che mette il potere nelle mani del popolo sovrano. Ecco perché ci vedono come una macchia vergognosa o come un’aberrazione geostrategica, perché da noi l’ultima parola ce l’ha il popolo e non i funzionari non eletti che decidono le sorti di milioni di cittadini.
Questa deriva mondialista, che sta di fatto distruggendo la società occidentale, ricorda vagamente la caduta dell’Impero Romano, dove tra i vari fattori che ne determinarono l’estinzione, vi fu proprio l’attitudine autodistruttiva, l’abbandono dei valori fondanti, il rinnegare quanto di buono erano riusciti a costruire. Con le dovute proporzioni, rilevo una certa stanchezza anche nella nostra popolazione nel lottare per i propri ideali e nel combattere per una società che metta in risalto la libertà individuale, la sovranità e l’indipendenza del proprio paese. Fortunatamente ci sono entità e associazioni come ASNI che lottano affinché la Svizzera rimanga la Svizzera. Un paese libero e neutrale, sovrano e indipendente e che pensa innanzitutto al benessere dei suoi cittadini. I prossimi tempi saranno sempre più duri perché la forza d’impatto del fronte dei buonisti, con la maggior parte dei media a sostenere le loro teorie, diverrà vieppiù impattante. Facciamoci dunque forza, rendiamoci conto che lottare per i valori a noi cari è fondamentale. Non arrendiamoci, reclutiamo nuove persone che sposino la nostra causa e impegniamoci ogni volta che è possibile portare il popolo alle urne. La democrazia diretta è un regalo che ci hanno tramandato i nostri avi, è l’arma che abbiamo contro il mainstream, usiamolo con intelligenza e in modo proficuo. Ne va del nostro futuro.
Ringrazio voi tutti per l’impegno e il sostegno che vorrete continuare a fornire ad ASNI anche in futuro.
Evviva la Svizzera!
Piero Marchesi, Consigliere nazionale UDC e Vicepresidente ASNI.