Dando seguito al mandato popolare, a fine giugno il Consiglio federale ha annunciato di voler procedere con l’acquisto di 36 aerei da combattimento F-35 della statunitense Lockhead Martin. Una decisione certo non presa a cuor leggero ma, dopo svariate analisi e prove sul campo effettuate dagli esperti del Dipartimento federale della difesa, le valutazioni hanno portato ad un risultato cristallino. L’aviogetto F-35 è indiscutibilmente la miglior opzione sia in termini tecnologici che finanziari per le necessità dell’esercito svizzero. Eppure qualcuno, sempre i soliti noti, ha deciso di infischiarsene della decisione democratica presa, sebbene a stretta maggioranza, dalle cittadine e dai cittadini svizzeri. E dunque con ineffabile ipocrisia è stata lanciata un’iniziativa popolare contro l’acquisto dei velivoli americani. La sinistra, i Verdi e il GSoA, per dirlo a chiare lettere, si apprestano a calpestare la volontà popolare pur di imporre le loro ideologiche convinzioni che vogliono una Svizzera disarmata e inerme. Questo non è pragmatismo, bensì accanimento utopico. Credere che un esercito e un’aviazione oggi non siano necessari, è puro stordimento concettuale. Il nostro Paese necessita di un apparato difensivo al passo con i tempi e pronto a intervenire in caso di necessità. Un esercito, lo ricordo, non deve esser solo pronto a rispondere a delle minacce bellicose ma anche a intervenire in caso di catastrofi naturali e in caso di pandemie a sostegno della nostra popolazione. La “polizia aerea” è un altro di questi compiti imprescindibili. L’esercito utilizza infatti aerei da combattimento per garantire questo servizio. Assicura che tutti aderiscano ai regolamenti sul traffico aereo, interviene in caso vi siano velivoli in difficoltà oppure quando un aeromobile valica o tenta di valicare lo spazio aereo svizzero senza alcuna autorizzazione. Per non parlare di possibili quanto plausibili minacce terroristiche che molti, troppi sottovalutano. Insomma parliamo di una missione fondamentale per la nostra sicurezza, indipendenza e sovranità territoriale. Rinunciarvi, o peggio, delegarle ad altri perché impossibilitati a farlo noi stessi, equivarrebbe a perdere lo spirito svizzero. Io non sono disposto a diminuire la nostra sicurezza e annichilire la nostra indipendenza per seguire la via dell’incosciente sottovalutazione degli interessi nazionali. Una via che collide con il reale stato delle cose a livello internazionale, dove tensioni più o meno manifeste che devono essere prese sul serio.
Io, come molti, sostengo il nostro esercito, sostengo il suo ammodernamento e sono grato alle persone che ci permettono di vivere in serenità sapendo che il nostro paese è in grado di garantire la pace e la nostra neutralità armata. E questo lo faccio con tutto l’impegno possibile contro un fronte rosso-verde che si sta vieppiù organizzando e tenta di allargare le sue fila danneggiando tutto ciò che la Svizzera rappresenta ed è stata in grado di darci fino ad oggi.
Marco Chiesa
Presidente UDC Svizzera
Consigliere agli Stati UDC Ticino