Dopo il dibattito al Consiglio degli Stati, l’Azione per una Svizzera neutrale e indipendente (ASNI) vede confermata la sua posizione. La ripresa dell’inasprita norma UE sulle armi nella relativa legge svizzera deve essere bloccata con il referendum.
La norma UE sulle armi non è solo insensata e inutile, ma sarà l’inizio di una progressiva interdizione delle cittadine e dei cittadini. La Berna federale e l’UE di Bruxelles stanno esautorando a tempo record la Svizzera del suo diritto all’autodeterminazione. L’ASNI biasima inoltre ancora una volta la politica ricattatoria del Consiglio federale. Quest’ultimo parte dal principio che in caso di una non-ripresa della norma UE, l’accordo di Schengen/Dublino verrebbe disdetto. In tal caso, l’economia svizzera guadagnerebbe 11 miliardi di franchi in meno (consigliera federale Sommaruga durante il dibattito in Consiglio degli Stati, 11.09.2018). Inoltre, la Svizzera non potrebbe più “approfittare” dell’accordo di Dublino. Puro terrorismo psicologico e spudorata esagerazione! 11 miliardi di “perdita” su un PIL di oltre 770 miliardi di franchi non costituiscono una minaccia per il benessere della Svizzera, quando si tratta di difendere l’autodeterminazione del nostro paese. E la cancelliera federale tedesca Angela Merkel, in occasione di una visita ufficiale in Spagna (agosto 2018), ha detto che Dublino “non funziona più”.
Conclusione: le cittadine e i cittadini svizzeri non meritano di essere menati per il naso con delle “fakenews”. Perciò, l’ASNI lancerà o, se del caso, sosterrà attivamente il referendum contro la norma UE sulle armi. Ne va dell’autodeterminazione dell’indipendente Svizzera.