Berna, 6 dicembre 2017 – 25 anni fa l’Azione per una Svizzera neutrale e indipendente (ASNI) contribuì in modo determinante a impedire l’integrazione istituzionale nell’UE. Assieme al presidente fondatore dell’ASNI, Dr. Christoph Blocher, e l'allora direttore, ex-consigliere nazionale, Dr. Otto Fischer (PLR BE), migliaia di membri s’impegnarono contro l’adesione allo Spazio economico europeo (SEE). La propaganda allarmistica dei sostenitori non riuscì a ingannare, né tantomeno influenzare. Il fermo NO ha fino a oggi fatto sì che la Svizzera non sia membro dell’UE.
Battaglia contro l'integrazione nell'UE
Gli sconfitti di allora non tralasciarono e non tralasciano nulla per trascinare la Svizzera nell’UE. Nonostante che con il NO allo SEE fosse chiaro che la Svizzera non voleva la libera circolazione delle persone, quest’ultima fu infilata in un pacchetto con altri sei accordi, per farci così votare su un «pacchetto unico di vitale importanza» per l’economia. A far sì che il pacchetto non sia ritornato al mittente, ha fino a oggi pensato la clausola ghigliottina. Questa dovrebbe trattenere le cittadine e i cittadini votanti dal mettere in discussione e disdire la libera circolazione delle persone. Altrimenti cala la scure su tutti gli accordi del pacchetto e, poiché sono d’«importanza vitale», sarebbe la fine della Svizzera. C’è da chiedersi chi negozierebbe delle condizioni così stupide. Forse, il Consiglio federale e i suoi negoziatori dovrebbero ascoltare di più le trasmissioni inerenti alla protezione dei consumatori.
2018 – sfide politiche
L’odierna immigrazione in Svizzera, pilotata dall’UE, – fra 60'000 e 80'000 al netto l’anno – è troppo elevata. Perciò dobbiamo far sì che la sovranità nella politica d’immigrazione sia ristabilita. La svizzera deve gestire l’immigrazione secondo il suo fabbisogno. Per questo lanceremo in gennaio 2018, assieme all’UDC Svizzera, l’iniziativa restrittiva. L'ASNI continuerà – assieme al Comitato di voto UE-No – a condurre la lotta contro l'integrazione istituzionale (accordo-quadro), contribuirà attivamente alla campagna di voto a favore dell'l'iniziativa per l'autodeterminazione e preparerà, con altri alleati, il referendum contro le direttive UE sulle armi.