Colpo di Stato a Berna! Bisogna ristabilire l'ordine democratico!
L'ASNI lancia l'iniziativa per la rescissione
Il Parlamento non applica l’articolo 121a della Costituzione e dice no a una politica d’immigrazione autonoma e sovrana. I lobbisti delle associazioni economiche e della Commissione UE hanno ottenuto una parziale vittoria. I vertici in difficoltà dell’UE a Bruxelles possono essere contenti. La classe politica di Berna ha così sacrificato non solo la democrazia, ma anche la competitività della Svizzera, intralciando le imprese e il mercato del lavoro con misure burocratiche. Oltre a ciò, il Consiglio federale, con un controprogetto all’iniziativa RASA, intende vincolare istituzionalmente la Svizzera all’UE – contro la volontà del popolo svizzero. Il 16 dicembre 2016 è un giorno nerissimo per la Svizzera indipendente e neutrale e per la sua democrazia diretta. L’ASNI lancerà il più presto possibile un’iniziativa popolare federale per ristabilire la democrazia. La becera politica della Berna federale deve finire. L’ASNI non permetterà che, proprio nel 2017, a 25 anni dal NO all’adesione allo SEE – quindi dopo la storica votazione contro un’integrazione nell’Unione europea – la Svizzera diventi definitivamente una colonia dell’UE.
Il 9 febbraio 2014, popolo e cantoni hanno deciso nelle urne che la gestione autonoma e sovrana dell’immigrazione deve essere un obiettivo costituzionale. Consiglio federale e Parlamento non sono intenzionati ad applicare il pertinente articolo 121a della Costituzione. La priorità indigena decisa dal Parlamento è un’operazione di facciata e viola crassamente l’obiettivo costituzionale di una politica autonoma d’immigrazione. Il Consiglio federale e i suoi negoziatori eurofili non sono riusciti a concordare con Bruxelles un adeguamento dell’accordo di libera circolazione delle persone. Dal 2015, il Tribunale federale pone le disposizioni dell’accordo di libera circolazione delle persone al di sopra del diritto svizzero.
Anche il controprogetto all’iniziativa RASA (RASA vuole abrogare l’articolo 121a) preannunciato dal Consiglio federale non adempierà l’obiettivo costituzionale. Al contrario. Il Consiglio federale forzerà l’integrazione istituzionale all’UE spacciandola per “Proseguimento della via bilaterale”. Parti dell’accordo-quadro preteso da Bruxelles confluirebbero già nella Costituzione tramite il controprogetto. L’obiettivo è quello di riprendere automaticamente il diritto UE, con giudici UE a controllarne l’applicazione nel diritto svizzero, eliminando la partecipazione politica delle cittadine, dei cittadini e dei cantoni svizzeri.
L’ASNI sta verificando diverse opzioni per far sì che il sovrano svizzero riprenda, rafforzi ed estenda il suo potere nei confronti degli scatenati euro turbo di Berna. Sono perciò all’esame l’appartenenza a “Schengen/Dublino”, un’estensione del referendum ai trattati internazionali, l’impedimento di una crescente integrazione istituzionale nell’UE e la rescissione dell’accordo di libera circolazione delle persone. Inoltre, per l’ASNI rimane sempre prioritaria la politica d’immigrazione autonoma e sovrana. L'ASNI lancerà il più presto possibile un'iniziativa volta a rescindere l'accordo di libera circolazione delle persone. L’ASNI non si lascia intimorire nelle sue scelte dai propagandisti delle associazioni economiche e dalle loro marionette. Per l’ASNI è chiaro: gli Stati UE non rescinderanno i Bilaterali I, anche se verrà abrogata la libera circolazione delle persone.
Considerato storicamente, il 16 dicembre 2016 è stato una tragedia per l’indipendente e democratica Svizzera. La classe politica, presunta élite della Svizzera, ha fallito e ha mostrato il suo vero volto. È giunto il momento di correggere la rotta con un’agenda politica vigorosa ed efficace, preparando la Svizzera per il suo futuro.