Mauro Damiani ASNI TI: Dal 2014 e cioè da quando si è saputo ufficialmente dell’esistenza dell’ISIS, l’Europa è sotto attacco in modo molto chiaro. Una lunga sequela di attentati che sarà meglio non dimenticare il giorno in cui ci sarà detto che l’Unione Europea è un posto sicuro. Ecco un breve, ma importante promemoria che non abbisogna di ulteriori commenti e/o osservazioni.
20.12.2014: a Joué-les-Tours (Francia), un uomo aggredisce con un coltello tre poliziotti e due rimangono feriti in modo grave.
21.12.2014: a Dijon (Francia), un uomo alla guida di un’auto investe la folla ferendo 11 persone. 22.12.2014: a Nantes (Francia) un uomo alla guida di un’auto investe la folla uccidendo una persona.
07.01.2015: a Parigi (Francia), la redazione del giornale satirico Charlie Hebdo viene assaltata da due terroristi che uccidono 12 persone tra giornalisti e vignettisti alle dipendenze del mensile.
09.01.2015: a Vincennes (Francia), il terrorista Coulibaly prende in ostaggio una decina di persone e ne uccide quattro in un supermercato.
14.02.2015: a Copenaghen (Danimarca), durante un convegno sulla libertà d’espressione organizzato dall’artista Lars Vilks, autore di numerose caricature del profeta Maometto nel 2007, una sparatoria provoca un morto e 3 feriti. Lo stesso giorno, una seconda sparatoria avvenuta vicino a una sinagoga provoca 3 feriti.
13.11.2015: a Parigi (Francia) si susseguono tre attacchi coordinati: 130 le vittime. Tre kamikaze si fanno esplodere vicino allo Stade de France, uccidendo un passante. Poi 39 persone vengono uccise a colpi di kalashnikov sparati contro diversi bar e ristoranti, quindi un commando kamikaze fa irruzione nella sala concerti Bataclan e uccide 90 persone.
22.03.2016: a Bruxelles (Belgio), una serie di attentati rivendicati dall’Isis fanno 35 morti: due attacchi all’aeroporto Zaventem e uno alla stazione della metro di Maalbeek.
14.07.2017: a Nizza (Francia) un tir falcia la folla: 87 i morti, circa 130 i feriti di cui una quarantina gravissimi. Un massacro lungo 2 chilometri sul lungomare della Promenade del Anglais, dove la gente festeggiava la presa della Bastiglia. Il terrorista è stato poi ucciso dalla polizia.
19.12.2016: a Berlino (Germania), il terrorista tunisino Anis Amri piomba sulla folla a bordo di un camion durante il mercatino di Natale: 12 morti, diversi feriti.
22.03.2017: a Londra (Inghilterra), un suv piomba sulla folla, lasciando una decina di persone a terra lungo il Westminster Bridge tra cui 4 vittime. L’uomo scende dal mezzo e, armato di coltello, fa irruzione nella sede del Parlamento inglese dove viene ucciso, non prima però di aver accoltellato a morte un poliziotto.
07.04.2017: a Stoccolma (Svezia), un camion lanciato contro la folla nella zona commerciale della capitale svedese fa 4 morti. Ventiquattr’ore dopo viene arrestato un uzbeko di 39 anni, Rakhmat Akilov. Due giorni più tardi dirà agli inquirenti: “Ho investito gli infedeli su ordine dell’Isis”.
20.04.2017: a Parigi (Francia), una sparatoria, sugli Champs-Elysées, a colpi di kalashnikov fa 2 morti, un poliziotto e l’attentatore, quest’ultimo schedato dagli 007 come “radicalizzato a rischio”.
22.05.2017: a Manchester (Inghilterra), un kamikaze si fa esplodere al termine del concerto di Ariana Grande alla Manchester Arena. È una strage che colpisce soprattutto bambini e giovani: 22 morti e 120 feriti.
03.06.2017: a Londra (Inghilterra), tre uomini a bordo di un camion prima investono la folla che passeggiava sul London Bridge, poi accoltellano le persone che si trovavano all’esterno di un pub, prima di essere uccisi dalla polizia. Sette morti, 48 feriti.
17.08.2017: a Barcellona (Spagna), un uomo alla guida di un furgone si è lanciato sulla folla che passeggiava lungo la Rambla, provocando la morte di almeno tredici persone e ferendone molte altre
Servono altri esempi? Speriamo proprio di no.