Il capo degli Dei Zeus non era contento degli uomini appena creati. Per punizione tolse loro il fuoco. Prometeo, amico dei mortali, con l’astuzia ridiede loro il fuoco. Il CEO degli Dei era di nuovo insoddisfatto. Il suo fabbro Efesto ricevette così l’incarico di fabbricare con l’argilla una fanciulla. La bella fu chiamata Pandora. Ricevette un vaso con l’ordine di non aprirlo mai. Ma il vaso fu aperto dagli ingenui umani. Il male uscì dal vaso di Pandora. La vendetta era riuscita.
Burattini dell’UE
Il vaso del Consiglio federale, dei vassalli dell’UE, dei fans dell’annessione all’UE. Sotto la guida della presidente della Confederazione Doris Leuthard, l’anno 2017 finisce in politica estera – almeno per la “classe politique” – con un mucchio di cocci. La Berna federale è riuscita in pochissimo tempo a mettersi in una posizione estremamente cattiva nei confronti dei tecnocrati UE. Obbedienza preventiva, servile accattonaggio, azione “baci a Juncker”, brama di mettersi in mostra e un comportamento totalmente scoordinato dei membri del Consiglio federale, fanno di noi dei burattini ricattabili. Può anche darsi che l’UE voglia giocare a fare la dura con la Svizzera, quasi come monito all’Inghilterra affinché questa le faccia il massimo possibile di concessioni - finanziarie! Ma ciò non riguarda assolutamente la Svizzera, che non è membro dell’UE. Rigiriamo la frittata e aspettiamo, prima di fare delle concessioni, di vedere come la Brexit muterà i rapporti GB-UE.
Nessuna integrazione nell’UE – basta caos nella Berna federale
L’accordo-quadro preteso dall’UE – ripresa automatica del diritto UE, giudici UE come sorveglianti – non è necessario né tantomeno costituisce una via praticabile per la Svizzera con la sua democrazia diretta. Abbiamo con Bruxelles degli accordi in vigore che regolano a sufficienza il nostro rapporto. Non esiste che un paese indipendente, che non vuole aderire all’UE, sia obbligato a sottomettersi ai tecnocrati dell’UE, sacrificando la sua legislazione e la sua giurisdizione. Questo deve essere chiarito anche sul fronte della politica interna. I sostenitori dell’UE sono in minoranza, economiesuisse quale rappresentante dei gruppi economici globalisti con bassa motivazione alla “Swissness” e certe cerchie bancarie, non sono certo dei credibili portavoce delle Svizzere e degli Svizzeri liberi. Voler costruire il futuro del paese su questi ambienti è poco “CH-sostenibile”. Anche gli ambienti intellettuali, formati da sedicenti giornalisti e commentatori che per il salvataggio della democrazia liberale auspicano un’UE rafforzata, dovrebbero finalmente spiegare che cosa intendano per democrazia liberale e perché proprio l’UE dovrebbe esserne il modello. Anche l’immagine morbosa e masochistica negli articoli dei media e nei discorsi dei politici, secondo cui «l’UE avrebbe il coltello dalla parte del manico», descrive piuttosto l’atteggiamento di chi lo dice che non la realtà politica. Chi vuole confondere con queste riflessioni, commette né più né meno che un tradimento nei confronti della libera Svizzera.
Dopo il più recente ricatto dell’UE, di riconoscere l’equivalenza della borsa svizzera solo provvisoriamente per un anno, la Svizzera ufficiale ha reagito a parole. È vero, la signora Leuthard ha improvvisamente avuto dure parole nei confronti di Bruxelles, come se volesse imporre il riconoscimento al suo «amico» Juncker.
E il neo-ministro degli affari esteri Cassis deve ora prendere in mano con urgenza il dossier. Nel suo dipartimento si devono finalmente fare delle scelte di personale. Occorrono personalità che rappresentino gli interessi svizzeri e non che coltivino delle «amicizie». A questo scopo non c’è bisogno di un «segretario di Stato per le questioni europee», inoltre non occorre più burocrazia, bensì una conduzione da parte del capo, rispettosa dei princìpi della Costituzione federale.
La signora Leuthard auspica una votazione che chiarisca i nostri rapporti con l’UE. Che cosa vuole chiarire? La situazione è chiara. O crede di poter vincere una votazione sull’adesione all’UE? Oppure intende un voto a favore dell’accordo-quadro? Oppure vuole portare in porto l’accordo-quadro chiedendo astutamente «Caro popolo, vuoi continuare con la via bilaterale?»?
La politica di neutralità in via di smantellamento
La politica di neutralità sta andando apparentemente a ramengo. Il sostegno della Svizzera alla risoluzione dell’ONU contro la decisione degli USA di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele, è scandaloso, contrario alla neutralità e mette a rischio la credibilità e la sicurezza della Svizzera. Perfino gli Stati UE non erano unanimi. Ma proprio la neutrale Svizzera ha dovuto votare SÌ.
Governo nazionale cercasi
Abbiamo bisogno un governo nazionale con i nervi saldi, che non si lasci mettere sotto pressione e che parli con una sola voce. Un governo nazionale che non «svenda istituzionalmente» la Svizzera all’estero, bensì che la «venda» come paese che vive con successo in democrazia diretta, che accoglie più di 1,4 milioni di cittadini UE e occupa oltre 350'000 frontalieri provenienti dall’UE. La Svizzera è il paese più innovativo d’Europa, e di ciò beneficiano istituti di formazione e imprese in tutta l’UE. La Svizzera importa molte più merci dall’UE di quante ne esporti nel mercato interno UE (eccedenza di circa 20 miliardi di franchi). In prestazioni di servizi, l’UE ha addirittura esportato in Svizzera 25 miliardi di franchi in più di quanto non ne abbia importati. La Svizzera crea così posti di lavoro nell’UE. E proprio nella prestazione di servizi, Bruxelles discrimina la Svizzera che non gode dell’accesso a pari diritti al mercato interno UE. Ciò significa prendere solo quanto fa comodo. Perciò, il Consiglio federale deve far capire con fermezza all’UE, chi è la vera approfittatrice. In materia di democrazia, diritti civili, giustizia, la Svizzera molto più avanti della cosiddetta «comunità di valori» UE. Bruxelles ha deliberatamente guardato altrove, quando le forze dell’ordine spagnole hanno pestato delle cittadine e dei cittadini UE che esercitavano il loro diritto alla formazione di un’opinione politica.
Pensatori distruttivi
Nella Berna federale vengono stipendiate con denaro dei contribuenti delle persone il cui obiettivo è quello di pensare a come distruggere i diritti politici del popolo svizzero. Perché la volontà popolare è diventata fastidiosa. Il diritto di co-decisione mediante iniziative popolari deve essere limitato. A questo scopo devono essere estesi i motivi di irricevibilità e il numero di firme necessarie deve essere aumentato. In futuro, il diritto internazionale e il diritto UE dovrebbero limitare sostanzialmente la democrazia diretta. Queste persone, stufe del modo di pensare svizzero, stravolgono il paese affinché l’adesione all’UE diventi un gioco da ragazzi.
Invece di limitare i diritti popolari, la politica deve finalmente accettare che la maggioranza considera l’ordine, la stabilità e il successo economico nel proprio paese, più importante del servile abbassare il capo di fronte alla politica ricattatoria dell’UE e alle coercizioni del diritto internazionale.
2018 – Anno delle azioni
Nel 2018 saremo messi alla prova. In gennaio lanceremo, assieme all’UDC, l’iniziativa per la limitazione, con l’obiettivo di poter di nuovo gestire autonomamente l’immigrazione. È grazie al chiaro atteggiamento dell’ASNI, che l’iniziativa sarà lanciata. In autunno ci sarà la votazione sull’iniziativa per l’autodeterminazione. Occorre fare in modo che la politica e i tribunali tornino a rispettare la Costituzione federale. Solo il diritto internazionale cogente deve stare al di sopra del diritto nazionale. E non si tratta assolutamente di denunciare i «classici» diritti umani fondamentali e di libertà garantiti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU). In materia di accordo-quadro, si deve aumentare la pressione: non vogliamo alcuna integrazione nell’UE. E infine, dobbiamo collaborare alla raccolta delle firme per il referendum contro le direttive UE sulle armi.
Conclusione
Il vaso di Pandora è aperto. Il male deve esservi ricacciato dentro. Ciò necessita di coraggio, forza, pazienza e tenacia.
In questo senso, tanti auguri per il nuovo anno.