In pochi oggi hanno liquidità necessaria, anzi, oggi più che mai ci sentiamo soli. Abbiamo dovuto chiudere a marzo e ci hanno fatto riaprire dopo 8 settimane, varando molteplici regolamenti e direttive da seguire. L’abbiamo fatto. In tantissimi si sono indebitati per mettersi in regola: mascherine, gel, scanner di temperatura, saturimetri, sanificazione dell’aria, test per tutto lo staff, ingressi alternati, tavoli distanziati, plexiglas e sensibile riduzione dei commensali autorizzati nei nostri locali e sulle terrazze.
Da qui il richiamo urgente all’attenzione della politica verso uno dei maggiori settori economici del nostro cantone, dopo una fotografia dello stato preoccupante e attuale dell’arte enogastronomica Svizzera e Ticinese.
“Serve un segnale che ci riporti fiducia. Ora si rischia la depressione. Ora abbiamo bisogno di coraggio e di stimoli per trovare la voglia di continuare e non sentirci soli”.
Chiediamo a Governo e Staff Scientifico di dare prospettive diverse – più certe, ma anche più motivanti – ad un settore che ha pagato un prezzo altissimo, ma soprattutto che ha già dimostrato di poter lavorare in totale sicurezza. Non è più accettabile che gli esercizi pubblici e strutture ricettive, insieme a pochi altri settori della filiera, siano i soli a doversi far carico dell’azione di contrasto alla pandemia, richiesti da un sacrificio sociale non giustificato dai dati epidemiologici e non accompagnato da adeguate e proporzionate misure compensative. È indubbio che per uscire da questa crisi ci sia bisogno del contributo di tutti, ma proprio per questo non si può imputare sulle spalle sempre delle stesse categorie il peso del contenimento della pandemia, affossando nel frattempo un settore strategico per l’economia del paese e per la vita quotidiana delle persone.
I ristoranti sono, per lo stato, il settore più facile da gestire! Ci dicono di chiudere e noi chiudiamo, punto. Mentre chiudere scuole o raddoppiare treni e bus invece no, perché vai a toccare aziende pubbliche dove gli interessi e speculazioni sono troppo grandi, prevalgono sulla coerenza ed il principio di causalità, e sappiamo che il mondo politico di certo non vuole gettarsi in un ginepraio.
Massimo Suter
Presidente GastroTicino
Vice-presidente GastroSuisse