Pro memoria: Ogni volta sorgono dei problemi con la vidimazione delle firme dei referendum da parte dei comuni. O i comuni inviano le firme vidimate ai comitati referendari troppo tardi (le firme rimangono inutilmente nei cassetti degli uffici!) oppure vengono ritornate per posta B invece di A.
L’ASNI l’ha dolorosamente provato a sue spese nel 2012. Per i referendum contro gli accordi fiscali con Germania e Inghilterra erano state raccolte sufficienti firme nel corso dei 100 giorni a disposizione. Ma oltre 140 comuni non furono capaci di adempiere il loro compito entro gli ultimi giorni del termine di raccolta. Per esempio, la cancelleria comunale di Ginevra aveva vidimato entro il termine di legge oltre 1'000 firme, ma poi le ritornò per posta B. Come si può attribuire ai cittadini un tale errore da parte dell’amministrazione?
Il Tribunale federale ha sostenuto l’affrancatura B a scapito della volontà politica dei cittadini
L’ASNI fece ricorso al Tribunale federale. Con un voto contrario (PLR) il gremio di giudici decise che i comitati sono da ritenersi responsabili - probabilmente anche di un’eventuale fine del mondo. Losanna dichiarò il referendum non riuscito.
Il Consiglio nazionale a favore di una correzione
Il Consiglio nazionale decise poi in seguito che le firme vidimate entranti dopo il termine di raccolta di 100 giorni devono essere incluse nel conto.
La maggioranza del Consiglio degli Stati è contro la democrazia diretta
Il Consiglio degli Stati ha ora respinto la proposta del Nazionale con 29 voti contro 14. Anche qui, con la motivazione che i comitati sarebbero finalmente responsabili: 100 giorni e non un giorno di più è il motto del Consiglio degli Stati - un applauso!
Molte grazie al consigliere agli Stati Cramer dei Verdi!
Il consigliere agli Stati ginevrino Robert Cramer, dei Verdi, ha precisato giustamente: anche le cittadine e i cittadini che firmano un referendum il 99° giorno hanno il diritto costituzionale che la loro volontà politica sia tenuta in conto.
Attenzione!
La testardaggine di tecnocrati politici a scapito della partecipazione democratica diretta mette in pericolo i nostri diritti politici. Dobbiamo stare in guardia. Si dovrà verificare se i diritti popolari debbano essere tutelati contro gli ostacoli tecnocratici tramite un’iniziativa popolare.