Discorso enunciato dal Coordinatore della sezione ticinese dell’ASNI, Mauro Damiani, in occasione della 3a Festa dell’indipendenza organizzata dall’ASNI per il 23° Anniversario del NO della Svizzera allo SEE
4 dicembre 2015
Care e cari membri dell’ASNI, amici, simpatizzanti, graditi ospiti e stimati relatori, benvenuti nella Capitale.
Perché siamo qui questa sera?
Siamo qui per festeggiare e ricordare quel memorabile 6 dicembre del 1992, quando il 50,3% degli aventi diritto di voto si espresse contro l’entrata della Svizzera nello Spazio Economico Europeo (quella istituzione sulla base della quale nacque poi l’Unione Europea che conosciamo oggi). Visto che il Coniglio federale non accettò l’esito del voto popolare, ripropose lo stesso tema portando nuovamente alle urne il Popolo nel marzo del 2001 per un’adesione all’UE. In quell’occasione i NO raggiunsero il 76,8% (in Ticino l’84,2). Una recente ricerca condotta dal Politecnico federale di Zurigo dimostrerebbe che se si votasse oggi per l’adesione all’UE, la percentuale dei contrari supererebbe l’85% dei voti.
Pensate, dal 1992 la Svizzera è diventata più forte sotto tutti i punti di vista. È più stabile, è diventata più cosmopolita, presenta finanze ancora abbastanza sane, l’inflazione più bassa, disoccupazione giovanile ai minimi. Il Coniglio federale sa bene che portare oggi il Popolo a un nuovo voto sull’adesione all’UE, determinerebbe ancora una volta la vittoria della democrazia diretta sulla dittatura europea e pertanto ha pensato di promuovere la politica del terrore per spingere il Popolo a comportarsi come uno struzzo che, infilando la testa sotto la sabbia, dimentica che così facendo si lascia pericolosamente senza protezione un’altra parte del corpo. “Accordi bilaterali III”, “Accordo quadro”, “Questioni istituzionali”, “Dinamismo”, “Misure di compensazione”. Bisogna dire che il Coniglio federale si è parecchio dato da fare per inventarsi nuove definizioni in grado di nascondere un’adesione all’UE molto sleale.
Sottoscrivendo per esempio l’ormai famigerato “Accordo quadro” che per semplicità chiameremo “Accordo di sottomissione”, saremo obbligati ad accettare automaticamente l’insieme delle modifiche che decide l’UE. E allora perché stiamo a perdere tempo a negoziare questi accordi? Facciamo un esempio pratico: avete negoziato con il vostro vicino di casa un accordo che prevede un diritto di passo di 4 metri di larghezza. Malauguratamente avete concesso al vostro vicino il diritto di modificare unilateralmente questo accordo in un secondo momento. Dopo un anno il vostro vicino decide di ridurre la larghezza del diritto di passo da 4 a 1 metro. Da quel momento avrete accesso alla vostra proprietà solo a piedi o in bicicletta e naturalmente cercate di far valere le vostre ragioni. Il vicino risponde che siete stati voi a conferirgli il diritto di cambiare il contratto unilateralmente. Fine della discussione.
Facciamo ora un esempio politico: il Popolo Sovrano ha deciso democraticamente di inasprire le misure d’immigrazione, conformemente al diritto svizzero (immagino come il pensiero die presenti vada immediatamente al 9 febbraio …). Purtroppo l’”Accordo quadro” prevede la preminenza del diritto comunitario su quello svizzero e quindi se la corte dell’UE decide che la votazione popolare non è valida, il voto viene annullato senza nessuna possibilità di ricorrere. Fine della discussione.
Inoltre è bene sapere che l’”Accordo quadro”, in caso di divergenze d’opinione tra Svizzera e Unione Europea, consente a quest’ultima la possibilità di comminare delle fantomatiche “misure di compensazione” che in realtà sono “sanzioni economiche”.
Insomma, la Berna federale sta facendo di tutto per onorare la promessa che Micheline Calamity-Rei fece all’UE quando si scusò con i suoi rappresentanti perché il Popolo aveva votato grazie alla democrazia diretta. Il signor Richard Wengle, autore di un libretto edito dall’ASNI e dall’eloquente titolo: “I costi politici di un’adozione automatica delle regole dell’UE”, edito nel 2011, aveva chiesto all’ambasciatore UE in Svizzera di citargli 10 esempi concreti circa i “problemi” che si sarebbero prodotti non accettando questo tipo di accordo istituzionale. Ebbene, l’ambasciatore non era stato in grado di citarne nemmeno uno!
Dal profilo finanziario, secondo stime (…) elaborate dal Coniglio federale già nel 2006, un’adesione all’UE esplicita o strisciante come quella in atto, costerebbe alla Svizzera circa 3,5 miliardi di franchi all’anno come minimo; questi miliardi servirebbero solo a pagare la quota d’adesione al club europeo e ricevere la relativa tessera. La Gran Bretagna ha già questa tessera e versa annualmente al club circa 2 miliardi (circa 30 euro per abitante), l’Italia 5 o 6 miliardi (circa 85 euro per abitante), la Francia come l’Italia (con circa 95 euro per abitante), la Germania versa più o meno 7 miliardi (pari a circa 80 euro per abitante); la Svizzera dovrebbe versare circa 360 euro per abitante. In un Paese dove si fa un gran parlare di disparità di trattamento, rimango molto sorpreso quando di fronte a queste palesi discriminazioni, nessuno fa una piega.
Dobbiamo ricordare sempre che la nostra attuale posizione di successo, poggia fondamentalmente su tre pilastri:
1. Una buona formazione generale e pratica della popolazione e un’elevata qualità delle prestazioni.
2. Il rapporto d’interazione tra Stato e Popolazione dove ognuno può partecipare alle decisioni grazie alla democrazia diretta, al federalismo e al sistema di milizia.
3. Una pace permanente basata sul rispetto più o meno reciproco, unitamente al concetto di neutralità che dovrebbe tenerci lontani dai conflitti esteri.
Questi tre pilastri hanno generato una grande autodeterminazione, importanti successi economici, una gestione prevalentemente responsabile delle finanze pubbliche, un alto livello di protezione dell’ambiente, un avanzato sistema di sicurezza sociale.
Ma il 2015 è stato caratterizzato da un evento che ci ha lasciati tutti sorpresi: la magnifica Evelyne Widmer Schlumpf ha deciso di non sollecitare un nuovo mandato in seno al Coniglio federale, una vera tragedia che ci ha lasciato di stucco! Dopo aver superato la sua indimenticata maestra, Evelyne ha ritenuto opportuno abbandonare la nave dopo averla traforata in ogni punto per affondarla piano piano … probabilmente non sa nuotare … o forse è una parente del noto capitano dell’isola del Giglio?
Islam
Ah che bella cosa la libertà di culto … tutti possono credere e pregare la divinità che preferiscono nella più totale libertà, peccato che grazie a politici senza coraggio, questa libertà si è vieppiù trasformata in una frenetica voglia di assecondare qualsiasi richiesta religiosa. Il crocefisso oggi offende altre sensibilità e allora togliamolo dai luoghi pubblici, la parola “Natale” offende altre sensibilità addirittura al punto che un Imam disse che festeggiare il Natale è peggio che commettere un omicidio, e allora la parola “Natale” scompare alla Migros. Poi ci vogliono le mense solo per musulmani perché la loro alimentazione è diversa e preparare dei menu appositi non è sufficiente, poi le lezioni di nuoto non vanno bene, e così via. Tra non molto, nel nome del quieto vivere inizieremo a cambiare il nome alle cose? Il Passo del Furka si chiamerà presto Passo del Burqa? A chi afferma che tutto questo è normale per un Paese civile e aperto al mondo, rispondo che accettare tutto senza battere ciglio vuol solo dire essere dei conigli.
Comunque, se io fossi musulmano nel mio Paese musulmano e volessi o dovessi fuggire, sceglierei