Niente di nuovo sotto la cupola. Nella sua seduta del 28 giugno 2017, il Consiglio federale ha nuovamente discusso le relazioni con l’Unione europea. Esso conferma la via bilaterale e lascia intendere di voler continuare a sviluppare il rapporto con l’UE. Che cosa intenda dire con questo, non viene detto pubblicamente.
Integrazione dell’UE con l’«accordo-quadro»
Sull’accordo-quadro che l’UE esige dalla Svizzera, il consigliere federale Didier Burkhalter non ha potuto dare alcuna nuova informazione. Si sta trattando ancora sulla questione della procedura di composizione delle controversie, sulle sovvenzioni statali e su alcuni aspetti della libera circolazione delle persone. È da ricordare che l’UE esige dalla Svizzera una ripresa automatica (in gergo UE: dinamica) di leggi UE, la decisione definitiva da parte della Corte di giustizia dell’UE in caso di controversie, come pure misure punitive (in gergo UE: misure di compensazione) in caso di comportamento non conforme alle direttive UE nel settore degli accordi bilaterali (di fatto, l’abolizione della democrazia diretta mediante ricatto). Incontri d’alto livello fra Berna e Bruxelles dovrebbero fare chiarezza durante la seconda metà dell’anno. Siamo ansiosi di sapere. In particolare gli «alcuni aspetti della libera circolazione delle persone» fanno drizzare le orecchie: sarà imposta alla Svizzera la cittadinanza UE, diritto di voto e di eleggibilità per tutti i cittadini UE?
Si esercitano pressioni
La campagne d’informazione del comitato di voto UE-NO e dell’ASNI hanno apparentemente avuto effetto, altrimenti l’accordo-quadro sarebbe stato già da tempo approvato dalla Berna federale. Ma per l’ASNI la parola d’ordine è: non mollare!
Nuovi pagamenti all’UE
Il Consiglio federale intende di nuovo pagare dei contributi di coesione agli Stati UE più deboli. È da notare come esso stabilisca che i pagamenti dovranno, questa volta, essere «orientati su concetti mirati». Ciò può solo significare che la nostra critica, secondo cui i versamenti miliardari fluiscono in progetti discutibili e in oneri amministrativi, è fondata. L’ASNI chiede che nuovi contributi siano versati unicamente quando Bruxelles avrà fatto alla Svizzera delle concessioni su questioni importanti – nuovi negoziati sulla libera circolazione delle persone, rinuncia all’accordo-quadro. Indorare una politica pusillanime con miliardi di franche dei contribuenti, rinunciando in più alla sovranità del paese, proprio non va.