Ormai chiunque può lamentarsi per qualsiasi cosa che non gli va a genio e subito le autorità, soprattutto quelle svizzere, sono pronte a cancellare anni di storia e tradizione nel nome del più sfrenato, quanto ingiustificato, buonismo a senso unico.
Recentemente, un sedicente Imam ha candidamente e pubblicamente dichiarato che «Augurare Buon Natale è peggio di uccidere». Una grande catena di distribuzione ha pensato quest’anno di togliere la parola «Natale» dai suoi cartelloni pubblicitari, dando ragione all’Imam. Sono davvero questi i personaggi di riferimento dell’Islam ai quali bisogna dare ascolto? Naturalmente tutti si affrettano a rispondere di no, poi nei fatti nessuno ha il coraggio di dire chiaro e tondo che questi atteggiamenti da noi sono considerati esecrabili e quindi inaccettabili. Se bisogna adattare il codice penale in tal senso, che si proceda senza tante storie; un po’ come si è fatto per Via Sicura.
Ma ormai questo non è più un problema solo svizzero: lo sponsor principale della squadra di calcio del Real Madrid, per esempio, prevede il lancio negli Emirati Arabi Uniti di una carta di credito con lo scudo del club dal quale però intende togliere la piccola croce presente e simbolo della cristianità. Naturalmente, anche in questo caso, lo scopo dell’operazione parrebbe essere quello di non offendere la sensibilità dei fratelli musulmani. E allora togli i crocefissi dai luoghi pubblici, non allestisci più il presepe, non mangi più carne di maiale; insomma fai di tutto per integrarti nella loro cultura anche se sei nel tuo Paese.
Un giorno scopri poi che una decina di estremisti islamici uccidono senza alcun motivo dei bambini innocenti perché giudicati infedeli. Nonostante questi esempi di intolleranza nei nostri confronti, abbiamo ancora troppi concittadini che non si rendono conto che, quando vanno in vacanza in Paesi non cristiani, si adattano alle usanze del luogo visitato e lo fanno senza battere ciglio.
E allora mi chiedo: perché mi devo adattare agli usi e ai costumi di un Paese estero e in modo poco logico mi devo ugualmente adattare agli usi e ai costumi esteri anche nel mio Paese? Ma che male c’è a difendere la propria cultura, senza annullarla, pur apprendendone delle altre basando questo scambio culturale sul rispetto?
Un mio amico di nome Natale, per non offendere la sensibilità dei non cristiani, ha avviato le procedure per cambiare nome.